Rimedi mal di testa

    Spesso lo si sottovaluta, o viceversa se ne ingigantiscono gli effetti alimentando ansia ingiustificata. Entrambi i comportamenti sono sbagliati, non risolvono il problema e spesso conducono a complicanze che sarebbero altrimenti facilmente evitabili.

    Il dolore avvertito alla testa durante un attacco di cefalea può essere causato da meccanismi diversi. I principali sono:

    • Distensione, trazione o dilatazione dei vasi sanguigni (arterie e vene) intra o, più frequentemente, extra cranici;

    • Compressione, trazione o infiammazione dei nervi cranici;

    • Infiammazione, contrattura o compressione dei muscoli extracranici e cervicali;

    • Infiammazione delle meningi.

    Il mal di testa è tuttavia generalmente associato a diverse patologie che colpiscono milioni di persone al mondo ogni anno, pertanto esso si presenta sotto diverse forme e gradi d’intensità, i cui effetti possono influire negativamente nelle attività quotidiane e sulla qualità di vita di chi ne è affetto.

    Ecco perché imparare a riconoscerne le manifestazioni può essere decisivo per sconfiggerlo, o perlomeno per non renderlo un disturbo profondamente invalidante.

    A cosa ci si riferisce, quindi, quando si parla di mal di testa?

    Bisogna innanzitutto fare qualche distinzione. Sotto il termine-ombrello “mal di testa” si contano infatti oltre 150 differenti disturbi.

    La classificazione tradizionale identifica principalmente due forme di cefalea: quella primaria, dove il dolore, localizzato in alcune zone del collo e della testa, come occhi, orecchie e seni paranasali, fino ai vasi sanguigni, costituisce di per sé la malattia e la forma secondaria, in cui esso rappresenta il sintomo di altre malattie o problemi. Si può parlare quindi di disturbi primari, in cui il mal di testa è appunto la patologia originaria, e disturbi secondari, nei quali è più semplicemente il sintomo di una più generalizzata condizione del corpo, come ciclo mestruale, stanchezza, cattiva digestione, digiuno prolungato, allergie, sinusite, influenza, otite, trauma cranico e menopausa.

    Le cefalee primarie sono le forme più diffuse di mal di testa, e anche se ne esistono molti tipi, quelli di gran lunga più frequenti sono emicrania e cefalea di tipo tensivo e, in misura minore, la cefalea a grappolo.

    In supporto alla terapia farmacologica esistono azioni e rimedi naturali che possono contribuire a ridurre lo stress e rilassare chi sta soffrendo di mal di testa, come effettuare massaggi o pressioni per alleviare le parti dolenti, bagni d’acqua calda con aromaterapia, ascoltare musica rilassante, alimentarsi con liquidi e cibi digeribili, riposare regolarmente e una respirazione lenta e profonda. Non esiste una soluzione valida per tutti, ma ognuno deve cercare quelle strategie che lo aiutano a stare meglio durante un attacco di cefalea, mentre i trattamenti farmacologici agiscono per ridurre il dolore.

    Alcune buone abitudini, come evitare di saltare i pasti (inclusa la colazione), dormire un buon numero di ore tutti i giorni coricandosi e alzandosi agli stessi orari anche durante il fine settimana, ed evitare alcuni alimenti se il loro consumo è stato associato al mal di testa, permettono di ridurre la frequenza con cui questo fastidioso dolore si presenta.

    L’emicrania, più ricorrente nelle donne in età fertile, si manifesta con un dolore intenso e pulsante concentrato in una sola delle tempie o in un emisfero del cranio (il destro o il sinistro, indifferentemente), ha una durata variabile e può essere accompagnato da nausea e vertigini. Esistono inoltre dei segni premonitori, definiti “aura”, che possono comprendere disturbi visivi o un’eccessiva sensibilità alla luce.

     

    La cefalea di tipo tensivo è solitamente conseguenza di stress o una postura scorretta: il dolore è meno intenso, ma è diffuso a tutta la testa e più costante. Essa si manifesta in modo simile alla cefalea cervicale, da cui però differisce in quanto quest’ultima deriva da problemi legati alle vertebre cervicali, e non dalla mera tensione muscolare.

    La cefalea a grappolo, infine, è quella più dolorosa e meno sopportabile. È più comune fra gli uomini, e le sue cause non sono ancora state del tutto chiarite: si ritiene che possa essere dovuto a squilibri ormonali, o che possa essere coinvolto l’ipotalamo. Tale forma di cefalea deve il suo nome al fatto che gli attacchi sono ciclici e seguono uno schema ben preciso. Al contrario dell’emicrania, il dolore è improvviso, molto intenso, tende a irradiarsi ad altre parti della testa, al collo e alle spalle, e non è di solito associato a segni premonitori, anche se può avere sintomi molto simili. Anche in questo caso, infatti, si possono verificare episodi di nausea, vomito, vertigini, sensibilità alla luce. Essa è una forma di cefalea molto invalidante, che spesso costringe chi ne soffre a letto e lo impossibilita nella attività quotidiane.

    L’errore più comune, quando si soffre di mal di testa, è essere restii a prendere provvedimenti in maniera tempestiva. Spesso si ritiene che il dolore possa “passare da solo” in maniera “naturale”, e che assumere farmaci sia superfluo. Ciò è vero solo in parte. In linea di massima è certamente buona norma per la salute non abusare di farmaci, soprattutto senza supervisione medica. Nel caso del mal di testa, poi, a volte è proprio il ricorso eccessivo o comunque non idoneo a cure a base di analgesici e antinfiammatori a peggiorare i sintomi, magari gli stessi che si volevano combattere. Il problema fondamentale è che, se fatto in modo non tempestivo e senza criterio, l’uso di analgesici e FANS (Farmaci Antinfiammatori Non Steoridei) può risultare poco efficace, e questo costringe a dover ricorrere a metodi più “estremi” per risolvere il problema, come assumere nuovamente il farmaco e spesso a un dosaggio superiore. Ecco perché è così importante imparare a riconoscere e distinguere correttamente i sintomi del mal di testa, assumere il giusto farmaco al dosaggio adeguato non appena i sintomi si presentano e, se possibile, prevenire la loro insorgenza con le dovute accortezze.

    Tra i consigli utili alla prevenzione che si possono dare a chi ne soffre, uno è tenere traccia della frequenza, della durata e dell’intensità degli attacchi, cosa che può aiutare a inquadrare meglio il problema, a distinguere quali siano i fattori scatenanti e imparare a evitarli: i già citati squilibri nel sonno, una particolare postura scorretta, persino il tipo di alimentazione possono essere alla base di una cefalea. Per quanto la questione sia dibattuta, infatti, esistono alcuni cibi noti per favorire l’insorgenza di cefalee. Le bevande alcoliche, la caffeina, il cioccolato, alcuni dolcificanti, cibi ricchi di glutammato o di solfiti; se si è soggetti a cefalee, in particolare a emicrania, questi alimenti andrebbero eliminati dalla propria dieta, o perlomeno il consumo in grandi quantità sarebbe fortemente da evitare.

    Non tutti i fattori scatenanti sono però sotto in nostro pieno controllo: spesso la cefalea può avere cause genetiche, o predisposizioni familiari. Oppure, più semplicemente, non si ha la possibilità di eliminare completamente alcuni fattori; non solo lo stress, una componente inevitabile della vita quotidiana per molti, ma anche una vita troppo sedentaria o addirittura un’attività fisica troppo intensa (mentre, al contrario, se praticato nella giusta misura lo sport può aiutare a prevenirli) possono esporre ad attacchi di cefalea.

    Quando il mal di testa arriva, è perciò utile agire nel modo più corretto, affidandone la cura alla giusta terapia farmacologica: quando gli attacchi sono meno frequenti, o comunque di lieve entità, il giusto rimedio possono essere comuni medicinali da banco, disponibili anche senza prescrizione medica, come alcuni FANS. Se invece la frequenza degli attacchi è più alta, o i dolori sono più forti, il consiglio è di rivolgersi al proprio medico: in questi casi, infatti, potrebbe essere necessario ricorrere a un trattamento a base di farmaci più specifici come i triptani, capaci di ridurre i sintomi dolorosi più gravi, oppure gli ergotaminici, maggiormente indicati quando la frequenza degli attacchi è più bassa. A questi farmaci possono essere aggiunti degli antiemetici, per curare la nausea e il vomito tipicamente associati alle forme più gravi di cefalea.

    Se il mal di testa diventa cronico, invece, sarà necessario impostare una terapia progressiva, solitamente a base di beta-bloccanti, per ridurre la frequenza e l’intensità e gli attacchi e ripristinare l’efficacia dei normali FANS. Questo tipo di terapia può essere molto lunga e durare anche diversi mesi.

    Nel campo delle terapie alternative, è molto discussa nella comunità scientifica l’effettiva efficacia di trattamenti derivati dalla medicina orientale come l’agopuntura e altri simili metodi non convenzionali. Studi recenti hanno invece dimostrato l’azione benefica di alcuni rimedi naturali, rivelatisi efficaci: è stato dimostrato, infatti, che alcuni oli essenziali di erbe come la menta piperita, già nota per le proprietà antinfiammatorie, possono essere molto benefici contro il dolore.