Colpo di freddo: esiste un legame con la febbre?

    Il legame tra temperature e malattie stagionali è stato osservato e studiato fin dall’antichità. Oltre duemila anni fa, Ippocrate utilizzò il termine "epidemie" per descrivere malattie che si diffondevano ciclicamente con le stagioni, esortando i medici a considerare l’influenza di fattori ambientali come il clima, l’altitudine e l’esposizione al sole sulla salute delle popolazioni. Questa consapevolezza si è evoluta nei secoli, raggiungendo un punto cruciale tra il XVI e il XVIII secolo, quando l’introduzione di strumenti meteorologici permise di raccogliere dati più precisi sul rapporto tra le condizioni climatiche e la salute, gettando le basi per ulteriori ricerche.

    Oggi sappiamo che le variazioni stagionali di temperatura influenzano in modo significativo l’incidenza di molte malattie infettive. Condizioni come piogge intense, umidità elevata e ondate di calore favoriscono la diffusione di patogeni. Le temperature moderate e prolungate, tipiche di stagioni più lunghe, aumentano la probabilità di trasmissione di malattie veicolate da vettori, come le zanzare, che diventano contagiose più rapidamente in ambienti caldi. La temperatura, però, deve rimanere in un intervallo ottimale: se troppo bassa, il virus fatica a replicarsi all'interno del vettore, mentre se troppo alta, la durata della vita dei vettori si riduce, limitando la capacità di trasmissione.

    Questi effetti non si limitano alle malattie trasmesse da vettori. Le temperature elevate, ad esempio, sono associate a un aumento di infezioni non tradizionalmente legate al clima, come le infezioni batteriche che colpiscono le mucose di naso, occhi e bocca. La relazione tra temperatura e malattie stagionali risulta complessa, influenzata sia da fattori diretti, come la sopravvivenza dei batteri, sia da fattori indiretti, come il comportamento umano e le caratteristiche ambientali.

    Nonostante i progressi, resta fondamentale approfondire il legame tra temperature e incidenza delle malattie. Una comprensione più approfondita di questi fattori, infatti, potrebbe facilitare lo sviluppo di interventi preventivi più efficaci, particolarmente rilevanti nell’attuale contesto dei cambiamenti climatici.

    Il cambiamento climatico può avvenire così rapidamente da rendere difficile per il nostro organismo adattarsi in modo efficace, con effetti negativi per la salute ed il benessere generale.

    I bruschi sbalzi di temperatura, come il passaggio improvviso dal freddo intenso al caldo o viceversa, attivano il meccanismo di termoregolazione del corpo. Questo sistema si adatta rapidamente per mantenere la temperatura corporea stabile intorno ai 37°C, regolando vari processi fisiologici in risposta ai cambiamenti del tempo e alle condizioni ambientali circostanti.

     
    • Un inverno particolarmente rigido stimola l'organismo a generare calore attraverso il metabolismo energetico, supportato dall’attività dei muscoli e dal consumo di alimenti; questi processi aiutano a mantenere stabile la temperatura corporea e a contrastare i malanni tipici della stagione fredda.

    • In condizioni di caldo intenso, il corpo disperde il calore in eccesso attraverso la sudorazione e l'eliminazione dei liquidi, come la minzione. Questi meccanismi contribuiscono a prevenire il surriscaldamento. Sebbene questi processi non siano direttamente collegati al rafforzamento delle difese immunitarie, un equilibrio termico adeguato favorisce sempre il corretto funzionamento dell’organismo e riduce il rischio di malattie legate all’eccesso di calore.

    Tuttavia, se questi cambiamenti sono troppo rapidi o estremi, il sistema di termoregolazione può essere sovraccaricato. Questo accade perché il processo coinvolge diversi apparati vitali, tra cui il sistema cardiovascolare, polmonare, nervoso, ormonale e il sistema immunitario in genere. L'incapacità di adattarsi efficacemente ai cambiamenti climatici può aumentare, quindi, il rischio di problemi di salute, manifestandosi con sintomi quali stress termico, colpi di calore, ipotermia, mal di testa e mal di gola. Questi effetti sono particolarmente evidenti nei soggetti più vulnerabili, come anziani, bambini o, ad esempio, un paziente affetto da malattie croniche.

    Il colpo di freddo può compromettere la capacità del corpo di mantenere una temperatura stabile e, in casi estremi, manifestare sintomi simili a quelli dell’ipotermia. È essenziale prestare attenzione ai segnali iniziali, che possono includere:

    • mani e piedi freddi;

    • viso pallido o gonfio;

    • pelle fredda al tatto a causa della vasocostrizione, un meccanismo attraverso il quale i vasi sanguigni si restringono per favorire il mantenimento della temperatura corporea. Questo processo aumenta la pressione sanguigna e dirige il sangue verso gli organi vitali, contribuendo a preservare il calore all'interno del corpo;

    • brividi o tremori;

    • sensazione di affaticamento, irritabilità o confusione mentale.

    Se l'esposizione a temperature fredde persiste per diversi giorni, i sintomi possono aggravarsi, portando a:

    • movimento rigido e scoordinato del corpo;

    • battito cardiaco o respirazione rallentati;

    • perdita di coscienza (nei casi più gravi).

    Questi sintomi evidenziano l’importanza di riconoscere tempestivamente il colpo di freddo e adottare misure appropriate per il riscaldamento graduale del corpo. Un aumento controllato della temperatura corporea è, infatti, essenziale per evitare complicazioni gravi.
    Analogamente, la febbre è una risposta adattativa all'infiammazione sistemica, che aiuta l’organismo a combattere i patogeni attraverso l’aumento della temperatura corporea. Tuttavia, essa comporta un significativo dispendio energetico, e il suo beneficio dipende dalla capacità dell’organismo di mantenere un equilibrio energetico adeguato.

    Sebbene il colpo di freddo e la febbre siano risposte termo-regolatorie molto diverse, entrambe riflettono il ruolo centrale della termoregolazione nella protezione dell’organismo: la febbre stimola una risposta immunitaria attiva, mentre la gestione del colpo di freddo si concentra sul preservare le funzioni vitali attraverso interventi esterni.

    Il colpo di freddo può manifestarsi con vari livelli di gravità, e in base all'intensità della condizione, i trattamenti possono variare. Tuttavia, esistono alcune tecniche generali che dovrebbero essere sempre adottate. È importante, comunque, consultare un medico se i sintomi persistono.

    Di seguito sono riportati alcuni dei principali rimedi per il trattamento del colpo di freddo.

    • Rimuovere gli indumenti bagnati: è importante non indossare vestiti bagnati o umidi e sostituirli con abiti asciutti.

    • Utilizzare coperte calde: usare strati di coperte asciutte o altri indumenti caldi per riscaldare la persona che ha subìto un colpo di freddo, coprire la testa laddove se ne senta il bisogno.

    • Somministrare bevande calde: se la persona è in grado di deglutire senza problemi, si può somministrare una bevanda calda, preferibilmente dolce e non contenente caffeina o alcol. Questo aiuta a riscaldare l’organismo dall'interno, contribuendo al ripristino della temperatura corporea.

    • Evitare l'uso di calore diretto: è sconsigliato l'uso di acqua troppo calda, termofori o lampade riscaldanti da usare in casa, in quanto il calore eccessivo potrebbe danneggiare la pelle e provocare alterazioni nel battito cardiaco.

    • Posizionare impacchi caldi solo in aree specifiche: gli impacchi dovrebbero essere applicati solo su parti del corpo come il collo, la parete toracica e l'inguine. Non vanno applicati impacchi su braccia o gambe, poiché il calore in queste aree potrebbe causare il ristagno di sangue freddo nei principali organi vitali. Questo fenomeno potrebbe ridurre ulteriormente la temperatura corporea interna, peggiorando le cause del colpo d’aria. Inoltre, il calore diretto su aree come la schiena o su zone affette da dolori muscolari o contratture potrebbe aggravare la situazione, portando ad un ulteriore scompenso termico. Per gestire correttamente la situazione, è essenziale consultare un medico esperto in fisioterapia, che può fornire strategie di trattamento mirate per prevenire eventuali danni.

    In casi gravi di colpo di freddo, quando la condizione del paziente è particolarmente severa e il trattamento immediato non è sufficiente, si può ricorrere a una terapia medica avanzata. In queste situazioni, l'intervento medico richiede l'uso di farmaci e trattamenti specialistici per stabilizzare la temperatura corporea e prevenire danni agli organi vitali. La visita da parte di un professionista sanitario è importante per determinare la cura più adeguata, che può includere il riscaldamento delle vie respiratorie e la somministrazione di soluzioni saline calde.

    I colpi d'aria e le correnti vengono spesso associati a disturbi come tosse, raffreddore e otiti, ma il freddo da solo non è la causa diretta di queste malattie. Le infezioni responsabili di queste problematiche sono di natura batterica o virale, il che implica che una componente infettiva è necessaria per scatenarle. Sebbene l'esposizione al freddo possa indebolire le difese naturali dell'organismo, ad esempio tramite la vasocostrizione o la diminuzione dell'attività delle ciglia nelle vie respiratorie, la causa principale delle malattie invernali non è il freddo in sé. Infatti, le basse temperature tendono a spingere le persone a rifugiarsi in ambienti chiusi e affollati, dove il rischio di contagio aumenta.

    In questi spazi, spesso umidi, i germi e i batteri trovano condizioni favorevoli per proliferare. Per proteggere il corpo da questi rischi, è fondamentale adottare strategie di protezione e prevenzione adeguate allo scopo di ridurre notevolmente il rischio di danni legati alle basse temperature e alle infezioni che ne possono derivare.

    Ecco alcuni consigli efficaci per prevenire il colpo di freddo.

    • Proteggere la testa e il collo: utilizzare un cappello o un'altra protezione adeguata per ridurre la dispersione di calore da testa, viso e collo. Per le mani, indossare guanti asciutti e caldi.

    • Evitare lo sforzo eccessivo: attività che causano sudorazione significativa dovrebbero essere evitate, poiché l'umidità accelera la perdita di calore corporeo in ambienti freddi.

    • Vestirsi a strati: indossare abiti stratificati, ampi e leggeri. Lo strato esterno dovrebbe essere idrorepellente e a trama fitta, mentre lana, seta o polipropilene offrono una migliore protezione termica rispetto al cotone.

    • Mantenere la pelle asciutta: evitare che l'umidità penetri nei guanti e nelle calzature, poiché aumenta la dispersione termica.

    In conclusione, adottare queste semplici ma efficaci misure di protezione aiuta a ridurre il rischio di danni legati al freddo e a mantenere il corpo al sicuro da possibili infezioni. Una prevenzione adeguata è fondamentale per affrontare in sicurezza le condizioni climatiche più rigide.